Profilo


Alfeo Giacomelli è nato a Genova nel 1941 da famiglia di profonde radici appenniniche (che ha avuto un ruolo rilevante nella colonizzazione di Capugnano e nella fondazione - sviluppo di Porretta, ma largamente coinvolta in vicende e su una scena più ampia) ma è cresciuto in un contesto fortemente popolare a Bologna e nel suo circondario. Ha studiato al liceo Galvani, frequentato a Firenze la facoltà di scienze politiche "Cesare Alfieri" e si è laureato a Bologna in storia moderna con una tesi sul dibattito idraulico e la bonifica delle tre legazioni. Ricercatore di storia moderna presso l'ateneo bolognese (con occasionali puntate verso il medioevo e la storia antica o verso la storia contemporanea), senza trascurare il dibattito storiografico e pur da una fondamentale vocazione cosmopolita e antropologica, ha prediletto la concreta ricerca archivistica sondando il maggior numero possibile di fonti per verificarne l'intrinseca potenzialità e insieme per correlarle organicamente tra loro in una sintesi totalizzante. Avendo come centro di ricerca la storia di Bologna e del suo territorio e prediligendo il secolo del lumi (ma con costante attenzione alle origini ed all'evoluzione delle strutture e delle istituzioni) si è occupato di bonifiche, territorio, comunità ed agricoltura (non solo per specifiche proprietà ed aziende ma anche per totalità attraverso i catasti e l'individuazione delle vocazioni pedologiche delle diverse aree), ceti sociali e specificamente anche dell'aristocrazia, ma anche dei ceti dottorali e dell'università (con attenzione inedita al loro ruolo costituzionale e alle loro basi economiche), del più lato ruolo politico e civile delle opere pie, ecc. In particolare per il Settecento e l'Illuminismo bolognesi (piuttosto trascurati e sottovalutati dalla storiografia nazionale e locale per il prevalere tradizionale degli studi medievali nel contesto accademico locale) sono stati approfonditi diversi protagonisti (Carlo Grassi, Benedetto XIV, Giovanni Fantuzzi, l'arcivescovo Malvezzi, il maresciallo Pallavicini, ecc.) che, con tutta l'ampia serie di personaggi "minori" correlati, hanno permesso di riproporre Bologna come uno dei centri vivi del dibattito non solo italiano ma europeo e di meglio inquadrare la successiva svolta rivoluzionario - napoleonica e risorgimentale. Una attenzione particolare è stata rivolta anche al territorio montano - dove, attualmente pensionato, vive - ancora una volta attraverso fonti molteplici ed integrate (estimi e catasti, libri parrocchiali e censimenti, cronache, rogiti notarili, fonti giudiziarie, ecc.) con larga attenzione alle tematiche e ai metodi della antropologia, ancora una volta con studi sul territorio (anche attraverso un crescente interesse per la "storia camminata"), specifiche comunità e parrocchie, santuari, sulla società e l'economia, le mutazioni delle strutture e la costante correlazione tra mondo e cultura popolare e mondo e cultura alta ed urbana, sui fenomeni migratori e le dinamiche sociali. In questa direzione un particolare rilievo hanno avuto la tendenziale ricostruzione a tappeto di molte famiglie montane, lo studio sistematico dei rogiti notarili (di un certo numero dei quali è stato fatto o avviato il regesto per totalità). Lo studio del banditismo cinquecentesco ha permesso di entrare nel vivo della vita quotidiana, dei valori religiosi e morali, della cultura materiale, della lingua,ecc. quasi con la vivezza di sequenze cinematografiche. Anche in questa direzione sono stati condotti ampi studi specifici tra cui, in collaborazione col compianto Giorgio Bertocchi, uno, ancora quasi interamente inedito, sulla famiglia Marconi e le matrici plurisecolari, anche specificamente popolari e montane, del giovane Guglielmo e della sua invenzione. Elencare i "maestri" (direttamente conosciuti o anche soltanto attraverso le opere) sarebbe troppo lungo e, del resto, tra tali maestri non mancherebbero molte persone del popolo, totalmente sconosciute, alcune delle quali si vorrebbe far rivivere attraverso la "storia orale" e la biografia o anche solo il racconto episodico e l'aneddoto. Non posso però non citare il precoce interesse per la storia dell'arte e per l'iconologia, il precoce, fortunoso incontro con Warburg e la sua scuola (mediati da figure esemplari come Carlo Lodovico Ragghianti, Olivetti, ecc.). Un debito e un ringraziamento particolare al personale tutto di archivi e biblioteche.

 
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